Non mi sono messo a cercare su Google perché volevo capire se ero ancora capace di fare due conti. In pratica il mio problema è questo: come libero professionista cone gestione separata INPS (rientro negli studi di settore) la mia fattura si calcola in questo modo:
- Al costo della prestazione aggiungo un 4% di INPS e ho un totale.
- A questo totale devo applicare il 21% di IVA e detrarre il 20% di ritenuta d’acconto.
Ora per compilare la fattura senza errori mi avvalgo di Microfatture, ma come calcolare il costo della prestazione se il cliente mi dà in mano un assegno? Ne è uscito fuori un sistema di primo a due equazioni (per semplicità ho eseguito il calcolo ipotizzando un pagamento di 300 euro).
Chiaramente l’IVA al 21% produce dei bei numeri primi. Semplificando al massimo, se siete nelle mie stesse condizioni e dovete produrre una fattura per un pagamento già ricevuto, moltiplicate la cifra per 1250 e dividetela per 1313. Eventualmente andrà aggiustato l’arrotondamento della cifra al centesimo.
Mi commento da solo per aggiornare il nuovo rapporto da adottare per calcolare a ritroso la cifra della consulenza con l’IVA al 22%:
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Molto utile, soprattutto per un calcolo rapido senza strumenti o calcolatrici.
Delle volte si può fare il contrario, cifra tonda per il cliente e numeri strani per l’ INPS e il guadagno netto che resta.
Infatti l’ IVA è aumentato ancora a discapito del consumatore finale, chi lavora per azienda lo sente meno potendo le aziende scaricare l’ IVA ma chi lavora per i consumatori privati è penalizzato. Un aumento che era certamente da evitare !!
Io sono a favore di qualsiasi aumento dell’IVA. E’ l’unico modo di far pagare le tasse a chi le evade. Chi non compra nulla invece non subisce l’aumento.