Hai conosciuto il software libero, ma sei veramente libero?

Al Linux Day cerco di andarci tutti gli anni. E’ un momento in cui puoi constatare di persona che l’unica cosa necessaria per creare qualcosa di grande è la passione, non i soldi. Nel 2010 ho visto quello di Rimini, ma la passione mia per lo smanettamento si stava raffreddandoSono stato a quello organizzato dal giovane gruppo di Urbino l’anno scorso, e ci sarei andato pure quest’anno ma per motivi familiari mi trovavo a Savignano sul Rubicone. Mi sono trovato ad avere un paio d’ore libere, e mi è venuto in mente che proprio lì dov’ero c’era un gruppo di utenti Linux parecchio vivace che si era distinto in passato per un’iniziativa di recupero di vecchi computer.

Così ho raggiunto la sede dell’incontro e non ho potuto fare a meno di notare una serie di cose che mi hanno fatto sentire a mio agio:

  • non veniva usata la dicitura “Linux day” ma “We’re open”.
  • un tavolo con una bottiglia (scolata) di Cagnina, due crostate e una ciotola di caramelle
  • due chitarristi che hanno suonato pezzi come “Stairway to heaven”, “Hotel California”, “Hey Joe”.
  • una dimostrazione molto informale e rilassata di una lavagna multimediale basata su Linux, la cosiddetta Wiild
  • gente che giocava al MAME

Insomma, un evento dedicato alla libertà e alla condivisione in senso lato, in cui Linux rappresentava solo la parte informatica. Per esempio, metti il caso che ho scoperto che posso infilare un altro accordo dentro un noto ritornello? Lo rendo noto. So fare una crostata buona che non si sbriciola? La faccio assaggiare e spiego che accorgimento ho preso. Il tema del Linux Day quest’anno è le piccole e medie imprese? Bah, chi mi obbliga? Per me è più urgente che le nuove generazioni del mio comune possano usufruire di strumenti innovativi salvaguardando i bilanci. Una migliore idea di come si è svolto l’evento potete farvela leggendo il verbale. Se vi avanzano 8 ore di tempo ci sono pure le registrazioni video. Questi di UIE Linux sanno mettersi in gioco, ed ecco che diventano credibili. Sanno presentare Linux e tutto il software libero non solo come alternativa a basso costo, ma anche come soluzione ad alto rendimento. Giocando a fare i pazzi dimostrano che si può diventare hacker rimanendo animali sociali.

Questo approccio potrebbe ridestare pure in me un interesse per il pinguino sul lato desktop. Ora che sono in una fase di spersonalizzazione avanzata (a tutti i livelli), mi definisco un utente di sistemi operativi. Linux ha rappresentato per me un qualcosa in cui identificarsi. Era un modo per essere diversi e per avere un nemico da combattere: winzozz. Ci tenevo ad essere un linuxiano, ma non mi sono spinto oltre nel volermi definire ubuntizzato o arcere: non volevo legarmi ad una distribuzione. Cioè, se proponi una miglioria effettiva al kernel Linux, puoi stare tranquillo che il benevolent dictator Linus Torvalds la accetti. Ma se proponi una miglioria a certe distro, è probabile che ti venga detto (ovviamente in forma parafrasata, ma non è detta) “sei un cretino, la nostra filosofia è un’altra, sei libero di cambiare distribuzione se non ti piace la nostra”. Beh, grazie tante, sapevo già di essere un cretino, conoscevo la vostra filosofia e non ritengo che siate così pazzi da puntarmi una pistola contro nel momento che io volessi cambiare distro; credevo solo che chi abbracciasse il software libero fosse anche libero di cambiare idea ma mi sbagliavo.

3 thoughts on “Hai conosciuto il software libero, ma sei veramente libero?

  1. Che dire? Grazie per la spendida recensione (immeritata) che ci hai riservato.
    E’ stato un piacere chiacchierare con te. E con la signora, ricordi? 🙂

    Ciao.

  2. Chi usa Trisquel conosce il software libero. Chi usa Debian conosce il software open source. Chi usa Ubuntu, Mint, Sabayon, Mepis (ottime distribuzioni) conosce molto da vicino il software closed source. Ossia pochissimi fra coloro i quali pensano di essere “liberi” lo sono davvero.

  3. @Pedro: la prossima volta mi organizzo meglio e mangiamo anche la pizza insieme.
    @Markus: il mio obiettivo personale è di avere il miglior sistema operativo possibile a livello di esperienza utente (deve essere gradevole, reattivo e fornire un rapido accesso ai file, alle foto, ai contatti e alle mail). Inoltre dovrebbe essere semplice da amministrare, facile da installare, poco esigente sull’hardware (sia in termini di prestazioni che in termini di compatibilità), veloce da ottenere. Il prezzo da pagare per avere tutto ciò (e come prezzo intendo sia l’acquisto della licenza di uso sia il tempo che devo investire io) è la cosa che mi interessa di meno. Il software liberamente distribuibile e liberamente modificabile ha maggiori potenzialità di avere queste caratteristiche rispetto a quello proprietario, ma voglio anche essere libero di fare dei compromessi: mi sembra assurdo rinunciare a dei firmware che possono far funzionare meglio il mio computer, ma capisco certe scelte.

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