Non mi ricordo chi me lo diceva, ma comunque non ho fatto fatica a crederci io e non la farete nemmeno voi: ormai il motivo per cui la gente acquista un computer è “per andare su Facebook“, scalzando dalle prime posizioni gli storici “mio figlio quest’anno entra alle medie” e “vorrei andare su qualche sito“. Forse nel mercato dei portatili ancora tiene duro “devo scrivere la tesi“.
Tuttavia bastano pochi giorni e anche chi ha comprato il computer per Facebook scopre che esistono altri social network, e oltre ai social network altri siti. Una volta il buon Attivissimo ammoniva:
“Quando vi collegate ad Internet rendetevi conto che anche Internet si collega a voi”
Il contesto era quello della sicurezza informatica, ma ormai tutti comportano come se avessero interpretato alla lettera quell’affermazione e poco dopo l’ingresso sul web si sentono perennemente collegati ad un grande cervello esperto su qualsiasi cosa. Ma questo è un altro discorso, che è stato affrontato brillantemente da quello che ritengo essere stato il miglior post del 2013.
Io amo i social network perché mi permettono di rimanere in contatto con persone che ritengo più intelligenti di me (il prezzo da pagare è avere a che fare con molti più imbecilli di quanti ne potrei incontrare in 100 vite offline). Riconosco però che hanno cambiato radicalmente le mie abitudini, come dimostra questo cimelio:

Un’altra abitudine che avevo prima di essere risucchiato dai social era quella di aggiornare il blog. Come vedete però sto cercando di tornare sui miei passi.
Purtroppo come in molti altri campi manca spesso la consapevolezza delle cose, tutto è dato per buono e la gente non si fa mai delle domande.
Pochi pensano ancora alla privacy, quasi nessuno sa che quello che è su facebook non è più suo, quasi nessuno pensa a dove vanno a finire i soldi che i social guadagnano rivendendo dati personali (come facebook) o applicazioni per cui si paga come whatsapp. cifre ridicole che però fanno diventare i padroni miliardari in dollari, magari a scapito di piccoli programmatori anche più bravi.