Il brutto di essere un freelance è il non aver chiaro a quanto ammonti il proprio stipendio. Tuttavia facendo i conti della serva per quello che riguarda l’ultimi trimestre del 2014, ho scoperto che la differenza tra incassi e spese mi è servita giusto giusto per pagare l’anticipo dell’IVA. Ne consegue che ho dovuto attingere a fondi personali per poter pagare una rata di un ravvedimento IRPEF.
Ho cellulare, computer e ADSL pagati, tuttavia restano scoperte:
- le bollette di casa
- una parte di mutuo (l’altra la paga mio fratello)
- pane e acqua
- l’auto
Ho lavorato come una bestia e da bestia sono trattato, i conti tornano. Di lasciare non se ne parla neanche. Ma la soluzione non può essere raddoppiare le ore lavorative. Facciamo che nel 2015 io raddoppio i prezzi e chi si è visto, si è visto?
Anche perché devo ancora incassare 2885,39.
I liberi professionisti sono purtroppo diventati il bersaglio preferito;
fra tutte le categorie, come i dipendenti che hanno un contratto normale (anche se sono sempre meno) e gli imprenditori che hanno attività più grandi con dipendenti al seguito, i professionisti sono sobbissati di tasse e impegni fiscali da mantenere. Si dovrebbe davvero smetterla e proporre un sistema minimo, a livello di costo per le tasse, e minimo anche come complessità. E’ poco sensato che un lavoratore singolo autonomo debba rivolgersi ad un commercialista e pure a spese proprie.