That’s What Friends Are For, ovvero 30 anni di Internet

Se vi dovessi chiedere qual è stata la più grande meraviglia dell’umanità in un periodo di tempo limitato al secolo scorso voi cosa rispondereste? Se avessimo scoperto la cura per il cancro oppure il modo per trarre energia dalla fusione, non avrei dubbi a rispondere. Purtroppo per ora queste cose accadono solo giocando a Civilization.

Per trovare una vera meraviglia, qualcosa che rimarrà nei secoli a venire, forse dobbiamo guardare all’informatica. Ecco, Internet è qualcosa di cui potremmo andare fieri, abbiamo fatto qualcosa di simile alle reti stradali e idriche degli antichi romani. In questo caso però non abbiamo un Einstein da celebrare, si tratta appunto di un frutto della collettività, in un network per definizione confluiscono diverse personalità, competenze e tecnologie. E così, sulla scia dell’articolo dell’ottimo Andrea Antoni sui 30 anni di Internet, anche io voglio un po’ divertirmi con una serie di tuffi nel passato, ripercorrendo i miei articoli della categoria Internet e reti.

Il primo articolo di questo blog risale al 18 maggio 2007, (inizialmente su WordPress.com, successivamente con un proprio hosting). In quel periodo finalmente avevo una connessione ADSL permanente, seppur limitata a 640k, e la notte non dormivo per navigare. L’insonnia raggiunse il suo apice con Stumbleupon. Tuttavia avevo già iniziato a creare delle homepage già nel 2002:

Ho vissuto tutta l’epopea dei programmi P2P, fino a quando l’avvento di Spotify non ha reso anticonveniente la perdita di tempo per cercare un particolare brano musicale. I film? Quando posso li vado a vedere al cinema.

Il declino dei sistemi P2P è avvenuto assieme all’ascesa dei social network, di cui ora sto vivendo la fase di consolidamento (nel 2008 ero già su Facebook e LinkedIn) mentre provo qualche timido approccio con Snapchat (sono quacos anche lì). Ormai comunque sono più gli amici che ho su Facebook che gli abitanti del mio comune.

Conservo tutte le mail inviate e ricevute da persone reali dal 2002.  Al momento uso Evolution per gestire il tutto. Il mio indirizzo principale è su Gmail ma ancora non mi sono abituato all’interfaccia web. Ho visto le newsletter morire per mano dei feed e i feed morire per mano dei social.

Ho visto Skype invadere le aziende, e sto cercando proprio in questi giorni di eliminarlo dalla mia quotidianità in favore di Telegram, Slack e Hangout.

Ora che siamo tutti connessi sempre e ovunque, è lecito aspettarsi un nuovo passo in avanti di Internet. Probabilmente da qui a qualche anno sarà normale poter controllare il contenuto del frigo dal supermercato, tanto per fare un esempio. Oppure il comodino ci consolerà con un emoji quando ci andremo a sbattere con il mignolo.

D’altronde, se Internet ha dato voce agli imbecilli, perché non dovrebbe darla anche agli oggetti?

Nota: il titolo di questo articolo corrisponde ad una canzone di grande successo nel 1986. Trovo che descriva in maniera brillante e profetica Internet.

Down in the lab.Image credits

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