Le 3 sfumature di un “mi piace” su Facebook

Questa mattina ho pensato a come cambierebbe Facebook se ci fosse preclusa la possibilità di sapere chi ha pubblicato un certo post. Credo infatti che la nostra attività di likers cambierebbe radicalmente, perché credo che esistano 3 situazioni diverse che ci possono portare a cliccare “mi piace” (non avete idea di quanto mi dia fastidio il fatto che il verbo “piacere” in italiano sia intransitivo)

Mi piace questo post

Questo è il caso in cui nemmeno prestiamo attenzione all’autore. Una battuta fulminante, un articolo utile. Se sei una di queste persone, grazie di esistere perché rendi Facebook un posto migliore. Oppure sei solo un amante dei gatti, ma mi vai bene lo stesso.

Mi piace il fatto che tu abbia pubblicato questo post

A volte può capitare che un nostro contatto ci sorprenda con opinioni diverse a quelle a cui eravamo abituati. Per esempio un tifoso juventino che celebra la vittoria della sua squadra ammettendo allo stesso tempo di aver beneficiato di un aiuto arbitrale. No, aspettate, questo non avviene mai.

Mi piaci tu

Quando desideriamo l’attenzione di un influencer oppure quando la nostra dolce metà aggiorna la sua foto profilo, il “mi piace” è dovuto. Magari ci giriamo intorno, perché se certe cose le avessero pubblicate altri avremmo pure spento il computer. Però alla fine pigiamo sul fatidico tasto col pollice. E così rinforziamo la cricca.

Conclusione

Chiaramente il tutto vale anche al contrario: se una persona ci sta antipatica e noi non siamo oggettivi, non saremo mai in grado di mostrare apprezzamento al suo contenuto brillante.

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