Videogiochi di calcio che hanno fatto la mia storia

Da quando in casa c’è la Playstation 4 tra me e mio figlio è una lotta a chi cerca di alzarsi prima per poterla occupare. Solo che mentre lui gioca a Fortnite io mi divido tra PES, Rocket League e Project Cars. Praticamente un gioco di calcio, un gioco di calcio giocato tra macchinine e un gioco di macchinine. Ogni tanto faccio una partita ai vari giochi del mese dell’abbonamento Plus, ma in Fortnite non riesco proprio a calarmi. Mi sono tolto delle belle soddisfazioni su Urban Terror, ma lì dovevo solo sparare. Gestire allo stesso tempo lo stress della zona, il rifornimento, la costruzione e le cure è troppo per me.

Per questo la maggior parte della mia scarsa attività videoludica è incentrata su PES. Fra l’altro per quello che ci devo fare mi basta addirittura la versione Lite, scaricabile gratuitamente: sceglievo la mia Sampdoria e sfidavo altri giocatori online. Solo tra lag, gente che abbandona a metà e fenomeni alla fine si rischia di avere un maggiore stress. Così mi è venuta voglia di ripercorrere la mia avventura con i videogames calcistici.

Fighting Soccer (C64)

Fighting soccer

Il gioco di calcio per eccellenza su Commodore 64 era Emlyn Hughes International Soccer, come testimoniato dalla sua apparizione nel film “Notte prima degli esami”, ambientato per l’appunto a fine anni ’80. Ma invece io avevo un amico con questo gioco. Nella mia memoria sono rimasti i suoni aggressivi e i giocatori che quando saltavano per colpire la palla di testa venivano verso la prospettiva del giocatore, come se si gonfiassero. Probabilmente in questo caso il tempo di caricamento del gioco era maggiore della durata della partita. Per qualcuno era anche noto come “Figaiolo soccer”.

Kick Off (Amiga)

Qui mi gioco subito l’asso di briscola. Io questo gioco l’ho posseduto addirittura in originale, per Amiga 500. Sì, perché lo stesso amico di prima, quello di Fighting Soccer, si lamentava del fatto che da me si giocasse solo a giochi “spaziali”. Così quando ho saputo che sarebbe venuto a cena da noi assieme alla sua famiglia ho fatto pressione ai miei genitori affinché mi comprassero un gioco di calcio. E che gioco di calcio! Kick Off va oltre il realismo, creando dinamiche che lo rendono uno sport a sé, come la palla che non segue il movimento del giocatore ma ha un’inerzia che ti costringe a contenerne sempre la fuga. Un capolavoro superato solo dal suo successore, Kick Off 2, che portava in dote una palla non più completamente bianca e un’intelligenza dei portieri notevolmente migliorata. Ad ogni modo Kick Off prevedeva la possibilità di disputare amichevoli regolando la velocità delle due squadre (con livelli che nella versione italiana variavano da internazionale a interregionale) e un campionato all’italiana con 8 nazionali. Io da piccolo non riuscivo a capire come poter disputare quel torneo, poi sono riuscito a capire che bastava premere “fuoco” per andare in modalità di modifica e poi F1 per poter cambiare il controllo della squadra da “computer” a “Joystick 1”. Quindi inizialmente mi limitavo a cambiare il nome dell’Argentina in Cacca per vendicarmi della sconfitta di Italia ’90, poi invece assieme ad un altro amico ci divertivamo a prendere la Russia che andava ad una velocità smodata e a far finta che fosse la squadra di calcio paesana. A completare l’esperienza memorabile c’erano le traduzioni sballate “cartellino gAillo” e “calcio d’angAlo”. L’autore della saga, lo scozzese Dino Dini, ha provato a rinverdirne i fasi con Kick Off Revival nel 2016. Ho resistito alla tentazione di comprare il supporto fisico per PS4 e ho approfittato di un’offerta dello store per ritrovarmi comunque con un gioco addirittura meno funzionale dei suoi predecessori: una triste operazione di marketing.

World Cup Soccer: Italia ’90

L’altro amico con cui giocavo a Kick Off aveva invece un PC IBM con processore 286, e questo era il suo gioco di calcio. Ho fatto fatica a ritrovarlo per questo articolo perché ovviamente io ricordavo solo che lo si lanciava digitando SOCCER.EXE. Per esigenze tecniche vedevi scendere in campo 7 giocatori per squadra. Il suo punto di forza consisteva nel fatto che entrando in area di rigore la visuale diventava 3D e bisognava cercare di battere il portiere in quel modo, un po’ come quando nei giochi di calcio della Neo Geo si sceglieva di tirare dalla distanza. Qui però la stessa cosa accadeva anche quando era l’avversario a entrare nella propria area di rigore: si aveva così la possibilità più unica che rara di impersonare il portiere e partecipare attivamente ad un compito che di solito è delegato alla CPU.

P.S. su quel 286 tentammo anche ingenuamente di far partire la mia copia di Kick Off: volevamo riscrivere la storia dell’architettura degli elaboratori.

Manchester United Europe

Solo il Manchester United da scegliere. Da portare alla vittoria nelle tre coppe europee contro le varie squadre che non avevano manco i nomi originali. Tenendo premuto il pulsante di tiro non si aveva più la possibilità di andare in una delle 8 direzioni del joystick, ma a quel punto si manteneva la stessa: a seconda però della direzione del joystick il tiro aveva uno sviluppo diverso. Comunque se si procedeva verso la porta partiva un missile che alla fine portava dentro anche il portiere. A proposito: in questo gioco si aveva la possibilità di giocare esclusivamente come portiere, e quindi giocando in due c’era una modalità cooperativa in cui affidare l’estrema difesa all’amico. Il gioco era vecchio, ma c’era comunque Alex Ferguson alla guida di quel Manchester United. Me lo sono portato pure in vacanza.

Goal! Goal! Goal!

Per questo gioco arcade sviluppai una vera e propria ossessione. Se tenevi premuto il tiro si caricava una barra di potenza e il goal veniva definito “powerful”. Se la distanza era importante si parlava di “supergoal”. Segnando in acrobazia il goal diventava “beautiful”. E la prodezza nel tempo di recupero era un “miracle”. Si poteva segnare tranquillamente da calcio d’angolo. Tutte scoperte fatte a suon di 500 lire la prima settimana di liceo, dato che uscivamo un’ora prima del vero ritorno a casa. Mia madre non mi ha ancora perdonato il furto perpetrato ai danni del suo salvadanaio. Tra gli arcade segnalo, oltre alla già citata serie di Super Sidekicks anche Tecmo World Cup ’98, in cui ogni squadra possiede delle combo come il “Banana Shot”, il “Rainbow Shot”…

Actua Soccer

Il mio primo gioco di calcio in 3D. Il mio primo gioco di calcio in cui i giocatori avevano abilità differenti, segnalate da apposite icone. Il numero 2 della squadra che giocava in casa aveva una velocità smodata, e Baffoe del Ghana che aveva la velocità come abilità personale diventava imprendibile per chiunque. La visuale isometrica, mutuata dal primo FIFA che avevo avuto modo di provare su Game Boy, sembrava dovesse diventare lo standard per gli anni a venire. Di questo gioco ricordo distintamente un glitch: quando il portiere si apprestava ad effettuare un rinvio potevi entrargli in scivolata quanto ti pareva perché tanto gli passavi attraverso

FIFA

La prima volta che giocai ad una versione di questa serie, la ’98, andai subito in scivolata sul portiere avversario, pensando di incorrere nello stesso glitch di Actua Soccer. E invece mi beccai un bel cartellino rosso. Quello fu per me il traumatico passaggio dai giochi di calcio agli e-sports. I giocatori iniziavano ad assomigliare alle loro controparti reali. Potevi prendere il controllo di San Marino e arrivare alla finale della coppa del mondo. Di queste ed altre meraviglie potete leggerne su Delinquenti del Pallone. Negli anni chiaramente ho giocato ad altre versioni di FIFA. La ’99 in cui i giocatori andavano a irridere i portieri dopo un gol, ricevendo in cambio una pallonata dai medesimi. La 2001 in cui riuscivo a fare gol praticamente da centrocampo. La 2007 sull’Xbox di mio cognato, in cui mi divertivo a creare tornei con 64 squadre casuali. La 2012 su iPad. E infine la 2013 su Playstation 3. Poi sono passato al partito di PES.

Sensible Soccer

A metà anni 2000 ero in piena modalità retrogaming, e mi sono dedicato fra le altre cose alla fantastica modalità manageriale di Sensible Soccer. Il gioco vero e proprio sinceramente l’ho trovato inferiore al mio amato Kick Off. Ma la possibilità di prendere una squadra di serie B e portarla alla conquista della Champions’ era elettrizzante anche 10 anni dopo l’uscita del gioco. Tanto prima o poi capitava quel giocatore in prova che si rivelava da pallone d’oro, e a quel punto lo potevi vendere per comprare il tuo idolo. E poi un bel giorno ti arrivava la chiamata a commissario tecnico della nazionale… Gli appassionati hanno continuato a tenere aggiornate le squadre fino ai giorni nostri.

E voi? Ci sono stati giochi di calcio che vi hanno formato e che non ho incluso in questa lista?

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