Le persone sono abituate a rivolgersi alla politica per avere il posto fisso, le cure sanitarie e la pensione.
Per anni la politica ha cercato di accontentare queste esigenze, ma lo ha fatto creando un debito.
Ad un certo punto la “vecchia” politica non è stata più in grado di creare altro debito per pagare il debito.
Ma le persone a questo punto pretendevano comunque il posto fisso, le cure sanitarie e la pensione.
Ed ecco che sulla scena si presenta la “nuova” politica, che dice alla gente:
“I soldi ci sono, ma la vecchia politica ora preferisce darli alle banche e agli immigrati”
E dato che le persone effettivamente non hanno più ciò che la politica apparentemente concedeva ai loro genitori ci credono.
Inutile provare a spiegare che la realtà è estremamente più complessa e che solo un insieme di riforme strutturali può cambiare questo paese.
Sarai sempre comunque tacciato come zecca-europeista-professorone-radical-chic-nemico-del-popolo-e-della-patria da gente più statalista di Lenin.
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Certamente, l’assistenzialismo smodato e i privilegi del passato forse non sono stati l’ideale. Ma mi soffermerei su 2 punti in breve: la produzione portata fuori dal paese: la “ricchezza” intesa come reddito e guadagno di un paese sono le cose e i servizi prodotti, se compriamo le cose all’estero e non facciamo più nulla ci si impoverisce. Secondo punto la distribuzione delle ricchezze, i soldi ci sono, ma sono in mano a pochissimi. Il mercato è libero ma iniquo, non approfondisco se no sarebbe troppo lungo, è compito dello stato fare leggi che distribuiscano la ricchezza cosa che non viene fatta.